La MIVAT (Minimally Invasive Video-assisted Thyroidectomy) è una tecnica chirurgica mini-invasiva utilizzata per l’asportazione della tiroide.
Viene generalmente eseguita in casi selezionati, ma sta vedendo nel tempo una sempre più ampia applicazione.
La MIVAT

La MIVAT offre risultati sovrapponibili alla chirurgia tradizionale, presentando lo stesso tasso di complicanze, seppur rare: l’impatto estetico, ad ogni modo, è minore.
Prevede l’esecuzione di una piccola incisione di massimo 3 cm per l’inserimento della videocamera chirurgica e degli strumenti.
In base alle necessità del paziente si procede con la rimozione di:
- solo un lobo della tiroide: emitiroidectomia;
- metà della tiroide e dell’istmo: loboistmectomia;
- tutta la tiroide: tiroidectomia totale.
L’asportazione parziale della tiroide è presa in considerazione nelle lesioni di:
- dimensioni contenute;
- ben localizzate in un solo lobo (uno dei lati della tiroide).
La bassa invasività della MIVAT consente, in alcuni casi, l’esecuzione dell’intervento in anestesia locale.
Con la magnificazione dell’immagine del campo operatorio vengono visualizzati nel dettaglio le strutture da preservare:
- i nervi ricorrenti;
- le ghiandole paratiroidi.
Differenze tra MIVAT e tecnica tradizionale

La tecnica tradizionale “open“, in cui si esegue un taglio secondo Kocher, prevede un’incisione di 10-12 cm di lunghezza alla base del collo, per poter asportare in toto la ghiandola e le stazioni linfonodali in caso di tumore maligno.
Ha un maggiore impatto estetico in quanto la cicatrice risultante è particolarmente visibile, ma permette al chirurgo manovre che in alcuni casi non possono essere svolte con la MIVAT.
Al contrario, la MIVAT permette una visualizzazione migliore delle strutture, in quanto la videocamera operatoria fornisce delle immagini in tempo reale ad alta definizione, consentendo una rimozione più precisa e maggiormente localizzata.
Controindicazioni

La MIVAT non può essere eseguita su tutti i pazienti, per cui devono sussistere alcune condizioni:
- diametro massimo del nodulo di 35-40mm;
- disfunzione tiroidea;
- natura benigna del tumore.
- tumore della tiroide di piccole dimensioni e senza evidenza di coinvolgimento linfonodale laterocervicale.
In caso contrario si ricorre alla tiroidectomia tradizionale, che consente un’asportazione più agevole, ma per la quale è necessaria un’incisione maggiore.
È anche vero, tuttavia, che la MIVAT vede applicazione in alcuni casi di carcinoma della tiroide di piccole dimensioni, per cui è possibile che in futuro questa tecnica venga utilizzata maggiormente.
Preparazione alla MIVAT

La MIVAT si esegue solitamente in anestesia generale, anche se in alcuni casi è possibile effettuarla in anestesia locale.
Per questo motivo è necessario il digiuno del paziente per almeno 8 ore; oltre a ciò, nei pazienti con ipersecrezione ormonale (come in caso di gozzo o di morbo di Basedow), è necessaria una terapia preoperatoria per normalizzare i valori alterati.
Il chirurgo può eventualmente richiedere la sospensione di alcuni farmaci che influiscono sul processo di coagulazione del sangue o indicare eventuali terapie sostitutive.
Si consiglia, inoltre, di smettere di fumare, o quantomeno ridurre il consumo di sigarette nel periodo antecedente l’intervento.
Possibili complicanze
Le complicanze della MIVAT possono essere:
- lesioni al nervo laringeo ricorrente, con conseguente indebolimento della voce;
- lesioni alle paratiroidi;
- danni al nervo laringeo superiore;
- emorragie.
Va specificato, comunque, che la MIVAT, eseguita in pochi centri di eccellenza per la chirurgia della tiroide in Italia, abbassa il tasso di complicanze in rapporto alla tecnica tradizionale, e lascia una cicatrice poco visibile alla base del collo, apprezzata dai pazienti.
Una conseguenza, invece della rimozione totale della tiroide è l’ipotiroidismo, in quanto la ghiandola, non essendo più presente, non sopperisce alle sue funzioni ormonali, per cui è necessario un trattamento farmacologico anche dopo l’intervento.
L’ipotiroidismo

Considerando l’importante ruolo della tiroide nel nostro organismo, la sua rimozione totale non consente la produzione di tiroxina (T4) e triiodotironina (T3), indispensabili per la corretta differenziazione delle cellule del nostro corpo.
Questa è una condizione purtroppo inevitabile quando viene asportata completamente, per cui è necessario assumere sostitutivi degli ormoni tiroidei a vita.
In caso di emitiroidectomia o loboistmectomia l’assunzione di farmaci sostitutivi non è sempre necessaria, in quanto la porzione restante di tiroide è in grado di produrre un sufficiente quantitativo di ormoni.
Post-operatorio della MIVAT
Il post-operatorio della MIVAT è meno doloroso rispetto all’intervento eseguito con tecnica tradizionale.
Questo perché l’accesso per l’intervento è di dimensioni particolarmente contenute, agevolando la guarigione della ferita chirurgica e migliorando i tempi di recupero.
Come già accennato, la rimozione completa richiede una terapia ormonale per sopperire alle funzioni della tiroide mancante, per cui è necessario sottoporsi periodicamente a delle visite di controllo con il proprio enocrinologo e/o chirurgo endocrino e valutare i dosaggi corretti.