Definizione
Il carcinoma tiroideo viene considerato una neoplasia rara in quanto costituisce il 2% di tutti i tumori.
Si può manifestare a tutte le età, con massima incidenza sotto i 20 anni e sopra i 60 anni e con una maggiore prevalenza nel sesso femminile.
Tipologie di carcinoma tiroideo
Tra i noduli maligni si possono distinguere:
- i carcinomi che originano dalle cellule della tiroide, dunque carcinomi papillari o follicolari se originano dalle cellule del follicolo;
- i carcinomi midollari, che originano dalle cellule parafollicolari, secernenti un ormone detto calcitonina;
- linfomi;
- metastasi da carcinomi che interessano altri organi.
Il nodulo tiroideo maligno si divide anche in:
- forme differenziate, quando costituito da cellule piuttosto simili a quelle normali;
- forme indifferenziate, il carcinoma anaplastico.
Fortunatamente, le forme differenziate, che hanno prognosi molto migliore, sono anche le più frequenti.
Carcinomi differenziati
La terapia del carcinoma differenziato, detto anche carcinoma papillare, carcinoma follicolare o carcinoma a cellule di Hurthle, consiste nell’intervento chirurgico, seguito dalla terapia metabolica con radioiodio, tranne nel caso del carcinoma midollare.
La chirurgia sarà una tiroidectomia, la cui estensione andrà valutata caso per caso a seconda delle caratteristiche del tumore e del paziente, cui può associarsi l’eventuale rimozione di linfonodi del compartimento centrale, in stretta vicinanza alla tiroide, e/o latero-cervicali.
Se vi è il sospetto o la certezza di coinvolgimento dei linfonodi laterocervicali, si esegue la linfoadenectomia laterocervicale, in cui vengono rimossi tutti i linfonodi di uno o due lati del collo.
Come menzionato, sarà importante ai fini dell’intervento di tiroidectomia, parziale, totale, con o senza svuotamento, l’attenzione rivolta a particolari strutture anatomiche vicine alla ghiandola:
- i nervi laringei ricorrenti, che controllano le corde vocali: una loro lesione può portare a disfonia;
- le ghiandole paratiroidi, che secernono paratormone, tramite cui viene controllata la concentrazione di calcio nel sangue.
Carcinoma indifferenziato o anaplastico
Rappresenta una forma estremamente aggressiva di tumore, che spesso si genera su un gozzo di vecchia data.
Tende ad infiltrare rapidamente le strutture circostanti, rendendo praticamente impossibile una chirurgia radicale (che dunque tende ad essere palliativa).
Carcinoma midollare
Il carcinoma midollare, a differenza degli altri, prende origine da cellule diverse, dette parafollicolari o cellule C.
Questo tipo di carcinoma rappresenta il 10% circa dei casi, ed è particolare perché può presentarsi in forma sporadica, nella grande maggioranza dei casi, o nel contesto di una sindrome detta MEN (neoplasia endocrina multipla).
Nella fattispecie, si trova in tutti i casi di MEN2a, in cui possono associarsi feocromocitoma, patologia del surrene e/o adenomi paratiroidei, e MEN2b, insieme a feocromocitoma, neurinomi, e altre caratteristiche tipiche.
Per la diversa origine delle cellule da cui deriva il carcinoma midollare, la terapia con radioiodio non è utile in questo caso.
La diagnosi
Ci sono elementi che fanno sospettare la natura maligna di un nodulo:
- storia di irradiazione nella regione del collo;
- età <20 anni o >60 anni;
- storia familiare di carcinoma della tiroide;
- consistenza dura del nodulo;
- scarsa mobilità del nodulo o della tiroide agli atti della deglutizione;
- presenza di linfonodi ingrossati o di morfologia anomala;
- disfagia o disfonia.
Diagnostica per immagini
Importante ai fini diagnostici è l’ecografia, come pure l’agobiopsia tiroidea: infatti, purtroppo la maggioranza dei noduli tiroidei non causa l’alterazione della funzionalità (eccezion fatta per gli adenomi tossici).
Grazie all’agobiopsi, il nodulo viene posto in una categoria di rischio, e se si sospetta malignità, se di dimensioni importanti, o se nel contesto di un gozzo, si pone indicazione all’intervento chirurgico.
L’intervento chirurgico
L’ntervento a volte può essere di loboistmectomia, ossia l’asportazione di un lobo della tiroide e dell’istmo tiroideo, dunque preservando un lobo della tiroide, se le dimensioni e il tipo di nodulo lo permettono; o può essere una tiroidectomia totale.
Alla tiroidectomia, nel caso di nodulo sospetto, può associarsi la linfoadenectomia, ossia la rimozione di alcuni linfonodi del collo se ci sono rischi che siano interessati dalla malattia o se sono francamente patologici.
La linfoadenectomia può essere più o meno estesa.